La semina del mattino
715. «Elìa, con i tuoi prodigi! Chi può vantarsi di esserti uguale?» (Sir 48,4).
Il libro didattico-sapienziale del Siracide, a cominciare dal capitolo 44 traccia l’elogio di alcuni uomini illustri del vecchio Testamento, personalità di calibro eccezionale per le loro gesta. Dopo Mosé, Giosuè e Davide, è la volta di Elia, definito “profeta di fuoco”. Il capitolo 48 riassume tutte le sue gesta perché rimangano a perenne memoria e siano scolpite soprattutto nella mente di coloro che attraverso la storia dell’uomo, comprendono e vivono la storia di Dio. Elia è profeta fedele a Jahwé, uomo di zelo. I suoi interventi sono stati sempre decisivi ad ogni livello: fece chiudere il cielo con la siccità e la conseguente carestia, risuscitò un fanciullo dalla morte, annientò il re Acab, unse due re ed il profeta Eliseo. Infine fu rapito in un turbine di fuoco su un carro di cavalli. La sua missione fu quella di rimproverare i tempi futuri, placare l’ira prima che divampasse, ricondurre il cuore del padre verso il figlio. Tutti questi elementi determinano la grandezza senza fine del profeta annoverato tra i più grandi di tutti i tempi e messo quasi alla pari di Mosé come rappresentante eccelso del passato biblico. Quanto è importante sottostare alla legge ed ai comandi del Signore, anche quando sembra che tutto vada a rotoli e si avverte la stanchezza oppressiva degli avvenimenti, della solitudine, del disprezzo degli altri. Dio vince sempre ed infonde un coraggio ed una forza straordinari. P. Angelo Sardone