La semina del mattino
744. «Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime» (Is 38,4).
Ezechia, re di Giuda dal 715 al 687 a.C. promosse la riforma religiosa abbattendo i centri di culto ai Baal, gli dei stranieri con i quali molto spesso il popolo si contaminava. La sua rivolta contro il re Sennacherib, non ebbe l’approvazione del profeta Isaia che non favoriva alcuna alleanza contro l’Assiria. La politica del re giudeo non avrebbe meritato una vita lunga che era segno della benedizione di Jahwé: questo il motivo per il quale il Signore stesso gli inviò il profeta a comunicargli che doveva prepararsi alla morte. Se il disastro dell’invasione degli Assiri si era rivelato espressione della disapprovazione di Dio, i tanti altri meriti del re, nonostante si fosse ammalato mortalmente, gli procurarono l’allungamento della vita di 15 anni. Ciò era dovuto anche alla costanza della sua preghiera ed al pentimento con le sue lagrime. Il re, infatti, avvertito da Isaia, aveva pregato con fede il Signore presentando a Lui il suo cammino fatto con fedeltà e con cuore integro, ed accompagnandolo con lagrime di pentimento. Il Signore che vede ogni cosa, mosso a compassione, assicurò il re che non sarebbe morto. Nell’esperienza pratica tante volte ci si trova in difficoltà mortali per malattie, disavventure, situazioni particolari. Quando però si invoca il Signore con piena fiducia, si possono strappare dalla misericordia di Dio interventi miracolosi che solo Lui può attuare. Quando ciò non avviene, bisogna sempre e comunque, attenersi alla misteriosa volontà di Dio che predilige il bene. P. Angelo Sardone