La semina del mattino
887. «Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti» (Is 35,3).
Nella sezione profetica del primo Isaia, denominata «piccola apocalisse» il Signore riserva per Gerusalemme tante benedizioni e preannunzia il trionfo, in contrasto ai giudizi pronunziati nei confronti di altri popoli. Accanto ad esse, un rivolge l’invito, probabilmente agli esuli in cammino, attraversando anche il deserto che subisce variazioni straordinarie di clima e vegetazione, dopo aver sperimentato la durezza dell’esilio, la perdita della fiducia in sé mista alla paura di non farcela a ritornare in patria. La sicurezza e l’incoraggiamento sono determinati dalla costante presenza di Dio che continua a guidarli ed a sostenerli irrobustendo le loro mani fiacche e rendendo salde le loro ginocchia, donando con gratuità la salvezza. Tutte le disabilità diventano oggetto di misericordia e di intervento mirabile di Dio, a cominciare dal ravvedimento e dalla guarigione interiore. Problemi e preoccupazioni assillano ogni giorno: l’esodo nella vita richiede fiducia, abbandono in Dio e presa di coscienza delle proprie colpe che meritano castighi e fanno sperimentare il deserto della solitudine, la malattia, la chiusura ad ogni elemento di speranza. Tante volte le soluzioni sono affidate alle responsabilità personali e all’intelligenza di ciascuno. Attraverso un’autentica trasformazione interiore, si può procedere più nella vita, garantendosi felicità e mettendo in fuga tristezza e pianto. Questo può essere il senso del cammino dell’Avvento. P. Angelo Sardone