La semina del mattino
911. «Il comandamento antico è la Parola che avete udito» (1Gv 2,7).
L’Ottava del Natale è caratterizzata nella liturgia dalla lettura della Prima Lettera di S. Giovanni apostolo. Insieme con le altre due lettere, il Vangelo e l’Apocalisse costituisce il cosiddetto «corpus giovanneo», che rispecchia l‘altezza teologica dell’apostolo amato dal Signore e, nella catalogazione biblica fanno parte delle lettere cattoliche, cioè universali. La Prima lettera, di appena 5 capitoli, si avvicina più delle altre al quarto Vangelo ed è una sorta di enciclica destinata alle comunità dell’Asia Minore già da allora minacciate dal fermento delle eresie. Si struttura fondamentalmente in tre parti: camminare nella luce, vivere da figli di Dio, andare alle fonti della carità e della fede. La bellissima apertura testimonia in maniera inequivocabile l’esperienza vissuta direttamente dagli Apostoli e da Giovanni e comunicata nella verità ai cristiani. Il nocciolo essenziale è l’amore fraterno, definito «un comandamento nuovo», ma evidentemente, come chiarito dallo stesso Apostolo, basato su quello antico: la Parola udita e concretizzata nel figlio di Dio, Gesù di Nazaret, chiamato Verbo, Parola di Dio. Sin dalle origini il valore della Parola è stato sempre grande, dalla creazione, dove tutto è stato fatto per mezzo della Parola, cioè Gesù Cristo, fino alla Redenzione passando attraverso la vita pubblica e l’istituzione dei sacramenti. La grandiosità di questi misteri viene donato dalla sacra Liturgia che fa rivivere attraverso la Parola, gli eventi fondamentali della fede, affidati ai credenti di ogni tempo e di ogni luogo. P. Angelo Sardone