XXIV domenica T.O.

XXIV domenica T.O. Il profeta Isaia nel terzo carme del Servo di Jahwe presenta il Messia, l’innocente, remissivo dinanzi a sputi ed insulti, assistito da Dio e da Lui sostenuto. Una autentica vita cristiana si manifesta nella pratica: al di là della fede, si caratterizza e realizza con le opere soprattutto di carità; diversamente una fede proclamata con la bocca e non seguita dalle opere è morta in se stessa. La gente pensa che Gesù sia Giovanni Battista, Elia redivivo o uno dei profeti. Cristo proclama apertamente la sua identità: servo sofferente, rifiutato, e la sua missione: morire e poi risorgere. Neanche Pietro lo comprende anzi tenta di ostacolargli il cammino; con lo zelo di una fede non ancora matura, pur avendo fatto poco prima una straordinaria confessione, rimprovera Gesù. Da Lui però viene fortemente redarguito come “satana” ed invitato a fare un passo indietro. Gesù afferma invece che per seguirlo bisogna pensare secondo Dio, rinnegare se stessi, prendere la croce ogni giorno, perdere la propria vita per Lui. È la logica del contrario, ma è la via di salvezza.

P. Angelo Sardone.