28ª domenica T.O.

*28ª domenica T.O.* Il monte, il banchetto di grasse vivande e vini eccellenti sono il luogo ed il modo con cui Dio strappa la morte, il lutto, le lagrime. Il nostro è il Dio della speranza e della salvezza. La parabola del banchetto di nozze del figlio del re evoca l’invito che Egli rivolge innanzitutto ai più vicini, gli intimi, gli eletti. A seguito del loro rifiuto ed atteggiamento ostile e violento, proprio di persone indegne, Dio invita tutti, buoni e cattivi, anche quelli provenienti dai crocicchi delle strade. L’unica condizione per entrare alla festa di nozze è indossare l’abito nuziale, cioè con le dovute disposizioni, pena l’allontanamento in un luogo e situazione di dannazione, dolore e rabbia furibonda verso tutti e tutto. È la perdita di Dio. Bisogna allenarsi a tutto e per tutto, sazietà e fame, abbondanza e indigenza, sapendo che tutto si può in colui che dà forza e colma ogni bisogno. P. Angelo Sardone