191. «Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare» (Mc 6,46).

_La semina del mattino_

*191. «Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare» (Mc 6,46).*

L’intera vita di Gesù è corredata dalla preghiera frequente: Egli era in perfetta e continua comunione col Padre. Gli evangelisti rilevano questa predisposizione e più volte la sottolineano soprattutto prima o dopo avvenimenti di particolare importanza. Dopo aver saziato cinquemila persone con appena cinque pani e due pesci, Gesù costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo a Betsaida, sull’altra riva del lago di Gennesaret, per poter congedare personalmente la folla. Invece di raggiungerli però, *salì sul monte a pregare.* Il doversi occupare delle cose del Padre, sin dall’età di 12 anni, lo aveva messo nella condizione di tenere sempre vivo _*il rapporto di unità con Lui dal quale traeva la forza e per la cui mediazione compiva i miracoli.*_ Ciò era per Gesù un’esigenza che cercava di trasmettere come insegnamento ai suoi discepoli. Dall’immersione nella profondità del suo amore traeva tutta la forza per realizzare il compito dell’evangelizzazione. Dalla vita immessa in quella del Padre, il Figlio dell’uomo riceveva l’energia per dare la sua vita per il mondo. La preghiera di Gesù non è semplicemente *un insegnamento, una didattica,* è la pratica di vita ed il valore fondamentale che esprime amore, verità, unità e predispone a qualunque opera. _*La preghiera è insita nel cuore di ogni uomo come una naturale predisposizione*_ e si esprime come esigenza per vivere, allo stesso modo di come l’aria è indispensabile per respirare. Non una imposizione dunque, ma un bisogno, una imprescindibile necessità di vita. _P. Angelo Sardone_