XXIV domenica T.O.
Un tratto dei Carmi del Servo di Jahwè, capolavoro teologico e letterario di Isaia, presenta e descrive il Messia, Gesù di Nazaret, che, assistito dal Signore, si sottopone ad ogni forma di strazio fisico e morale. A Cesarea di Filippo analogo insegnamento del Maestro non sortisce effetto positivo in Pietro che pure poco prima aveva riconosciuto in Lui il Cristo. Il sonoro rimprovero di Gesù riequilibra le cose e chiarisce alla folla ed ai discepoli che per seguirLo davvero, occorre rinnegare se stessi e perdere la propria vita, prendere e portare la propria croce. La fede vera deve essere seguita ed attuata dalle opere. Diversamente è morta. Una fede operosa apre infatti alla salvezza. La memoria liturgica facoltativa del Nome di Maria oggi è omessa. Auguri a chi porta questo bellissimo nome. P. Angelo Sardone