Grazie a Dio ancora una volta mi è stato possibile essere presente ad un’altra bella festa della Famiglia del Rogate. L’occasione è stata la benedizione della statua di Sant’Annibale impartita da S.S. Benedetto XVI° all’esterno della basilica di S. Pietro in Vaticano.
Purtroppo questa volta ero solo: mentre ora io posso liberamente disporre del mio tempo essendo entrato nella schiera dei “pensionati”, Milena deve ancora fare i conti con gli impegni di lavoro, e quindi non ha potuto essere al mio fianco.
La cronistoria dell’evento già la si conosce e comunque la si può trovare nei diversi siti rogazionisti. Desidero invece farvi dono delle emozioni che ho provato nelle poche ma intense ore che ho trascorso in questa giornata indimenticabile.
Il tutto può essere riassunto in poche parole: ancora una volta ho gustato la gioia di appartenere alla Famiglia del Rogate. Occasioni come queste non sono frequenti, ma quando ci sono, se si può, a mio parere non vanno lasciate perdere.
Avviene esattamente la stessa cosa che si verifica in qualsiasi famiglia delle nostre quando si celebra un matrimonio, un battesimo, una prima comunione, un anniversario importante. Ci si ritrova tutti, ci si rivede, si vorrebbe poter parlare a lungo con ognuno dei presenti e invece si ha solo il tempo di un saluto fugace. Ma quanti messaggi passano attraverso quei saluti, quegli sguardi, quelle strette di mano. Sensazioni che tutti noi abbiamo provato in eventi analoghi a quelli sopra citati.
Ecco, mercoledì 7 luglio 2010, la famiglia del Rogate si è riunita per far festa al suo santo Fondatore per un evento irripetibile come irripetibile è stata la sua canonizzazione il 16 maggio 2004. Le cronache ci parlano di circa 700/800 persone presenti: padri e religiosi rogazionisti, suore figlie del divino zelo, laici appartenenti alle diverse realtà, associate e non, che si ispirano al carisma del Rogate, oltre ad autorità ecclesiastiche e civili.
Nessuno era un estraneo: senza bisogno di appuntamenti programmati si aveva la certezza che quella persona o quelle persone ci sarebbero state sicuramente, quindi ognuno cercava qualcuno da salutare o improvvisamente si trovava dinnanzi qualcuno che lo salutava gioiosamente.
Io ero uno fra i tanti, ma mi sentivo a casa. Non posso soffermarmi sui particolari, non posso fare nomi, ma ho visto tanti occhi lucidi e stretto tante mani con quel vigore attraverso il quale si cerca di trasmettere quello che le labbra non riescono a pronunciare. Ero in famiglia, una bella famiglia in cui ci sono tutte le componenti, quelle positive e quelle negative che caratterizzano tutte le famiglie, ma che in occasione di una festa importante sa riunirsi per celebrare degnamente il suo “capostipite”, superando divisioni e dimenticando sofferenze e torti subiti.
Però non posso nascondere che nella gioia non è mancato anche un certo rammarico e un velo di tristezza: in mezzo a tante persone ero l’unico rappresentante effettivo dell’Associazione Famiglie ROG. Sicuramente ha inciso il fatto che l’evento si sia svolto in giorno feriale a metà settimana e il fatto stesso che io fossi solo senza Milena lo dimostra, ma mi sembra strano che di tutti coloro che hanno rinnovato la Promessa di Fedeltà al Rogate non ce ne sia stato uno che, pur potendo, non abbia sentito il desiderio di unirsi agli altri per far festa a P. Annibale.
Durante la celebrazione eucaristica conclusiva, svoltasi in basilica e presieduta dal segretario di stato, S.E. Card. Bertone, ho avuto l’incarico di partecipare alla presentazione dei doni: mentre recavo all’altare l’effige di P. Annibale, in cuor mio offrivo al Signore della Messe l’intera nostra Associazione, chiedendogli la grazia che tutti possano ricevere il dono che mi è stato elargito: essere e sentirsi membri attivi della Famiglia del Rogate. Vi assicuro che è un gran bel dono, sia che si tratti di gioire, sia che si tratti di soffrire.
Tiziano Scotti
Famiglie ROG – Trezzano sul Naviglio