Sintesi liturgica
Domenica della Palme.
Il discepolo con l’orecchio aperto da Dio e attento, senza paura proclama la parola ed offre ai persecutori il suo viso oggetto di insulti e sputi. È assistito da Dio e non rimane confuso e svergognato. Il celebre Inno cristologico dei Filippesi sintetizza in maniera superlativa l’abbassamento e l’esaltazione di Cristo-Dio umiliato sino alla morte e costituito “Signore”: dinanzi a Lui tutto si piega. Il desiderio ardente di mangiare la Pasqua coi suoi discepoli apre la narrazione della Passione di Cristo. L’evangelista Luca con dovizia storica e teologica ripercorre i passi degli ultimi giorni di Cristo e racconta il più grande e sconvolgente evento della storia di sempre: la morte dell’uomo-Dio. Nel variegato scenario, nel copione scritto col sangue e nelle parti dei personaggi diversi, ognuno ritrova se stesso con-protagonista talora incauto e responsabile del dramma che la Chiesa rivive attraverso la sontuosità e l’impagabile bellezza della liturgia. In Pietro che rinnega, in Giuda che tradisce, nel popolo prima osannante e poi inferocito che chiede la morte, in Barabba liberato, nei carnefici ed aguzzini, nelle donne piangenti, negli Apostoli paurosi, in Giovanni ai piedi della croce, in Longino inondato dall’acqua e dal sangue del costato, ciascuno riscopre e vede la sua identità ed il suo ruolo nel mistero della Passione. Osanna e crucifige: sono parametri di gloria e vergogna del mondo! Questo è l’uomo e la donna cangianti ed opportunisti, che però saranno vinti dal cruento e disarmante amore di Cristo che muore in croce. P. Angelo Sardone