La semina del mattino
724. «La mia anima esulta nel mio Dio» (Is 61,10).
In analogia alla festività del Sacro Cuore di Gesù e ad indicare la profonda unione di Maria, la Madre di Dio con Cristo suo Figlio, la liturgia celebra oggi il Cuore Immacolato di Maria, una memoria devozionale istituita da Pio XII per ricordare la Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria da lui compiuta nel 1942. Un impulso decisivo fu offerto dalle apparizioni di Maria a Fatima nel 1917. In una di esse, il 13 luglio, la Madonna con parole consolanti affermò: «il mio Cuore Immacolato trionferà». Esso è rifugio e strada che conduce a Dio. Il Cuore di Maria è un abisso profondo di amore nel quale si concentrano e consolidano la grandezza ed i sentimenti della Madre di Dio, la corredentrice del genere umano, associata a Gesù. L’ascolto della Parola di Dio ha caratterizzato sin dagli inizi la sua disponibilità al mistero e l’accettazione del piano di salvezza che è passato attraverso il suo «sì» vissuto in pienezza fin sotto la croce. La pietà popolare, analogamente al Cuore di Gesù, ha sviluppato verso il Cuore di Maria alcune espressioni devozionali: la consacrazione, la riparazione, la preghiera, le opere di misericordia, i cinque primi sabati del mese. Questa pratica suggerita dalla Vergine a Lucia di Fatima, richiede la confessione, la Comunione, la preghiera del Rosario, con l’intento di riparare i peccati commessi dall’umanità. La saggezza della Chiesa e la “vera devozione a Maria” sottolineano che questa pratica deve essere intesa ed attuata come occasione per vivere in maniera intensa, ispirandosi alla Vergine, il Mistero pasquale che si celebra nell’Eucaristia. Non c’è posto per elementi di superstizione ed accentuate manifestazioni di devozione talora effimera e senza conseguenze concrete per il cambiamento della vita, ma cariche solo di emozioni passeggere ed incontrollate, che richiedono invece corrette indicazioni e concreti orientamenti. P. Angelo Sardone