Sintesi liturgica.
IIIª domenica di Pasqua.
L’accusa di Pietro nei confronti dei Giudei è chiara e ferma: avete crocifisso ed ucciso l’autore della vita! La risurrezione è il segno più evidente della potenza del Padre che l’ha innalzato alla sua destra. Il profeta Davide l’aveva previsto; gli apostoli ne sono testimoni. La liberazione dalla vuota condotta del peccato è venuta non dalle cose effimere, ma col sangue prezioso di Cristo risuscitato dai morti: la sua gloria indirizza a Dio la fede e la speranza. L’apparizione di Gesù risorto ai discepoli in cammino per Emmaus, testimonia ancora una volta la verità dell’evento. I due, appesantiti e tristi per le vicende occorse, sono illuminati dalla luce delle sue parole ed introdotti alla comprensione più autentica delle verità contenute nella Scrittura. La frazione del pane, simile a quella realizzata nel Cenacolo di Gerusalemme, apre loro definitivamente gli occhi e comprendono: è il risorto, Gesù di Nazaret. Tornano sui loro passi e si dirigono a Gerusalemme, diversi da come si erano incamminati. P. Angelo Sardone