Sintesi liturgica IVª di Pasqua, Domenica del Buon Pastore.
La Casa d’Israele deve sapere con chiarezza che Gesù Crocifisso è stato costituito da Dio Signore e Cristo. Questo inciso, onde garantire la salvezza dalla perversa generazione, richiede la conversione, il battesimo, da cui consegue il dono dello Spirito, compimento della promessa. La testimonianza di Cristo nella passione e morte, è esempio da seguire per essere guariti e, come pecore erranti, essere ricondotti a Lui, custode delle anime. La duplice parabola o similitudine di Gesù riguardo al pastore, le pecore, l’ovile, i ladri e briganti, di non facile comprensione per gli interlocutori, presenta la singolare sua identità di «pastore delle pecore» ed anche di «porta delle pecore». Il linguaggio ed il segno sociale molto caro alla mentalità degli Ebrei, tipicamente nomadi dietro le pecore, determina un nuovo insegnamento sulla comprensione del ruolo di Cristo come colui che conosce le pecore, le chiama ed esse lo seguono con fiducia perchè sanno che è «il pastore buono»: non solo si prende cura ma dà la vita per esse. In questa odierna cornice liturgica si inquadra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, sogno ecclesiale di S. Annibale M. Di Francia, per chiedere con insistenza al Padrone della messe di mandare numerosi e santi operai per la messe e buoni pastori per il gregge delle anime. P. Angelo Sardone