Sintesi liturgica.
XXXIIª domenica del Tempo ordinario.
I tratti identificativi della sapienza divina sono molteplici e significativi: splendida, sempre in fiore, facilmente visibile, in cerca di chi ne è degno, benevola in ogni progetto. La parabola delle dieci vergini, stolte e sagge, traduce nella vita pratica i criteri della sapienza: chi è stolto guarda e vive l’immediato pur di afferrare il presente, consumando senza prudenza le proprie energie. Chi è saggio prevede il contrattempo, guarda oltre ed è pronto per l’incontro anche nel cuore della notte. Il Signore accoglie chi sa approntarsi anche in fretta ed ha i suoi mezzi. Dinanzi alle insistenze fuori orario dell’imprudente ribadisce però di non conoscere, di non poter ammettere chi è rimasto fuori le porte del suo cuore per sua incuria e leggerezza. L’ignoranza sui morti rende tristi e senza speranza. La risurrezione di Cristo è il principio costitutivo della risurrezione dei morti. Occorre essere in vita alla venuta del Signore non nel senso di una immortalità terrena, ma di una preparazione continua per lasciarsi rapire in cielo, salire da Signore e stare sempre con Lui. P. Angelo Sardone