La semina del mattino
1390. «Enèa, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto» (At 9,34).
Cessata la grande persecuzione, la Chiesa vive un momento di pace: i cristiani aumentano di numero, i contrasti interni si appianano, lo Spirito Santo compie la sua azione consolatoria infondendo speranza e fiducia. La figura di Pietro prende maggiore importanza per la sua autorità apostolica, gli interventi sorprendenti ed i miracoli che avvengono mentre visita le nuove comunità. Tra queste, Lidda, a circa 38 km a nord est di Gerusalemme. Qui vive Enea, un paralitico che da 8 anni giaceva in un letto. Recatosi da lui, Pietro lo rassicura dicendogli che Gesù Cristo lo guarisce e gli intima di alzarsi e di rifarsi da solo il letto. E così avviene. La potenza del nome di Gesù, da Lui stesso anticipata agli Apostoli, opera miracoli e guarigioni. Tutta la regione ne risente positivamente, tanti si convertono. Quello che durante la sua predicazione aveva fatto Cristo, ora si ripete per intercessione ed opera degli Apostoli. Serve questo impatto visivo ed efficace che testimonia ed attesta la potenza del Risorto che opera ora attraverso la predicazione dei suoi seguaci. In questo caso, come sinteticamente riferisce Luca, Pietro va al sodo: non chiede al paralitico se ha fede necessaria per essere guarito né tanto meno recita su di lui una preghiera ed invoca il Signore, ma gli asserisce con chiarezza che Cristo lo guarisce. Pietro, come i Santi, in genere, è solamente strumento attraverso il quale Dio opera miracoli, da quelli della guarigione fisica a quelli spirituali di conversione e cambiamento di vita. P. Angelo Sardone