Sintesi liturgica.
Vª domenica di Pasqua.
A Gerusalemme, tutti hanno paura di Paolo per i suoi trascorsi di persecutore. Barnaba lo porta dagli Apostoli raccontando quello che era successo sulla via e a Damasco. Per evitare che sia ucciso, lo fanno partire per Tarso, la sua città natale. Cristo è la vite e Dio Padre l’agricoltore che taglia il tralcio infruttifero e pota il resto perché porti più frutto. Per fare tutto e produrre uva buona bisogna rimanere innestati nella vite, cioè credere in Cristo: diversamente si è tagliati come tralci inerti e gettati nel fuoco a bruciare. La garanzia di ottenere tutto ciò che si chiede e portare frutto abbondante, viene dal rimanere in Cristo e dalla gloria che si dà al Padre, diventando discepoli di Cristo. L’amore vero si dimostra non con la lingua, ma con i fatti e nella verità. La tranquillità di coscienza determina la fiducia di poter chiedere qualunque e cosa e di ottenerla solo quando si crede, si osservano i comandamenti e si fa ciò che è gradito a Dio. Lo conferma lo Spirito. P. Angelo Sardone