XXIV domenica del Tempo ordinario

Sintesi liturgica.

XXIV domenica del Tempo ordinario.

Il profeta Isaia nel terzo omonimo canto, descrive il servo di Jahvé docile, in balia dei flagellatori, senza sottrarsi a sputi ed insulti. La sua faccia è dura e non è confuso perché confida nel Signore che lo assiste e gli rende giustizia. A Cesarea di Filippo, dopo la singolare affermazione di Pietro «Tu sei il Cristo», Gesù, impone il segreto messianico e parla invece apertamente della prossima sua passione che culminerà con la morte e, tre giorni dopo, con la risurrezione. Il primo a non capire è proprio Pietro che amabilmente lo rimprovera. Cristo lo riprende aspramente definendolo Satana ed istruendo apostoli e folla sulle vere condizioni per seguirlo: prendere la croce ogni giorno, perdere la vita per il Vangelo. Fede ed opere devono incrociarsi e completarsi per non rischiare di rendere morta la prima o di esaurirsi solo in frenetiche attività operative. Sono complementari ed importanti l’una e l’altra. P. Angelo Sardone