La semina del mattino
1391. «Pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe» (Mt 9,38-Lc 10,2).
Oggi, IVª domenica di Pasqua, ricorre la 61ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, giornata propriamente rogazionista che adempie il sogno e l’auspicio di S. Annibale M. Di Francia, che la preghiera per le vocazioni diventi universale. Tutta la Chiesa si manifesta ancor più come un autentico «cenacolo vocazionale», perché una seria ed efficace pastorale delle vocazioni si fonda sulla preghiera. Il carisma del Rogate, definisce la specifica identità e funzione nella Chiesa dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo, ed è fondamento teologico di questa giornata, che si pone nel «cuore stesso della Chiesa» (Giovanni Paolo II). È di esempio e sprone lo spirito e il cuore di S. Annibale che orientò tutta la sua vita al Rogate di Cristo per il quale «vi si dedicò per zelo o fissazione, o l’una e l’altra». La piena responsabilità della vocazione rogazionista esige che nel tessuto della Chiesa io sia fermento di questo spirito di preghiera rendendo incisiva l’azione attraverso «l’autorità morale che deriva dall’autenticità della nostra identità» (P. Gaetano Ciranni). Gli organismi ecclesiali hanno fatto e fanno tanto, ma non basta. Occorre mettere in pratica in maniera fedele e fiduciosa il «divino comando» della preghiera, perché il Signore continui a benedire la sua Chiesa con il dono di vocazioni sante a tutti i livelli ed in tutti i contesti, a cominciare dai sacerdoti e ministri ordinati, ai coniugi, ai professionisti ed a coloro che sentono la loro vita come dono di Dio nella realizzazione del suo progetto d’amore. Insistente ed attuale rimane il monito di Gesù. Efficace deve diventare la sua attuazione attraverso una pastorale vocazionale seria e perseverante, chiara e scevra da facili illusioni o da metodologie semplicistiche ed inconcludenti. P. Angelo Sardone