La semina del mattino
1478. «Ecco una nuvoletta, come una mano d’uomo, sale dal mare» (1Re 18,44).
L’odierna memoria liturgica della Madonna del Monte Carmelo è una delle più sentite e diffuse devozioni nel popolo di Dio. Il titolo richiama la catena montuosa della Palestina e, particolarmente, il monte Carmelo, interessato dalle vicende del profeta Elia nella difesa della purezza della fede. Da sempre, il tratto biblico della nuvoletta vista dal suo ragazzo la settima volta, salire dal mare, evoca l’immagine di Maria che si innalza e porta con sé la sospirata acqua di grazie e benedizioni. Proprio in quei luoghi all’inizio del XIII secolo ebbe origine l’Ordine dei Carmelitani, inizialmente eremiti, votati alla sequela di Cristo, nel servizio a Maria sotto questo speciale titolo. L’espressione più comune della devozione alla Madonna del Carmelo, è lo «scapolare» o abitino che la stessa Vergine Maria diede e raccomandò a san Simone Stock (1165-1265) Superiore Generale, quale privilegio dell’Ordine, assicurando che quanti alla morte lo indossavano sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio. Evidentemente non si tratta di un talismano che garantisce a poco prezzo la salvezza, ma di un segno esterno che induce ad imitare Maria nell’ascolto, nella custodia della Parola e nella pratica di vita cristiana secondo i comandamenti. L’Ordine Carmelitano, riformato a suo tempo da S. Teresa d’Avila e S. Giovanni M. della Croce, ha prodotto nella Chiesa una schiera innumerevole di santi e sante. Lo stesso S. Annibale era Terziario Carmelitano, indossò fino alla morte l’abitino e volle che il colore dell’abito delle Suore Figlie del Divino Zelo fosse marrone proprio in onore della Madonna del Carmelo. Auguri a tutti coloro, uomini e donne che portano questo bel nome che significa «giardino», quello delle virtù e del saggio modo di vivere la vita sulla terra. P. Angelo Sardone