La semina del mattino
1479. «Oh! Assiria, verga del mio furore, bastone del mio sdegno!» (Is10,5).
Gli interventi di Dio nei confronti del suo popolo sono sempre pedagogici. Le particolari situazioni che si creano con l’avvento dei re sterminatori rientrano in un ritmo purificatore del quale il Signore si serve per ammaestrare il suo popolo e ricondurlo alla fedeltà del suo amore. I profeti riportano puntualmente il pensiero di Dio enumerando le prove e le difficoltà ma aprendo sempre il cuore alla speranza. Gli inizi della predicazione di Isaia sono corredati da questi elementi. Nel cosiddetto «Libretto dell’Emmanuele» (capitoli 7-12) il profeta fa riferimento esplicito al re di Assiria, probabilmente Sennacherib, che il 701 invase il Regno del nord. La stessa cosa avverrà, con il profeta Geremia, nei confronti di Nabucodonosor. L’Assiria era una regione dell’alto Tigri, attuale estrema regione settentrionale dell’Iraq. L’impero assiro dal IX al VII secolo a.C. dominò su tutta la Mezzaluna Fertile fino all’Egitto. Situazioni, eventi e persone rientrano nello scenario di Dio e nella sua missione come elementi di purificazione soprattutto quando fanno riferimento ad invasioni e saccheggi. Gli stessi re invasori anche quando non sono coscienti di questa missione, sono comunque da Dio castigati per la loro crudeltà, nel giorno scelto da Lui. Dio salvaguarda sempre il suo popolo anche quando sembra che lo abbandoni al proprio destino peraltro costruito col proprio modo di agire, allontanandosi da Lui. Anche se permette guerre e sconfitte, invasioni e prigionia, fa guardare sempre al futuro con speranza perché è Lui stesso che apre il varco della vittoria, sino alla fine. P. Angelo Sardone