La semina del mattino
1574. «Continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere» (Ef 1,16).
Le informazioni sulla fede degli abitanti di Efeso e del loro amore verso tutti i cristiani determina nel cuore e nella mente di Paolo il rendimento di grazie al Padre. Si tratta di una cosa non saltuaria ma continua e si attua nella preghiera e nelle preghiere. L’attaccamento dell’Apostolo ai suoi cristiani, anche quelli che non ha conosciuto né evangelizzato direttamente, è molto forte ed è frutto della serietà con la quale i missionari di turno, specie quelli da lui inviati, hanno svolto il loro servizio. Si sviluppa così un legame profondo determinato non dalla casualità o dalla simpatia, ma da quel flusso di grazia che circola nel comune cammino di fede che purifica, unisce, esalta. Gli elementi della continuità, senza cessare, e delle preghiere, sono due punti essenziali nella condivisione della fede e nella qualità della vita cristiana, soprattutto per il fatto che si chiede a Dio Padre lo spirito di rivelazione per avere una più profonda conoscenza di Lui, aperta alla speranza ed alla gloria, realtà tutte manifestate in Cristo. Il dato del rapporto tra l’evangelizzatore ed i cristiani è significativo perché esprime il legame che si crea in una dimensione non solo puramente spirituale ma anche profondamente umana. Il compito del pastore nella conduzione delle pecore fa nascere una spontanea relazione affettiva che trova senso e si esprime soprattutto nel ricordo costante davanti a Dio e nella preghiera. Le anime si coltivano con questi elementi che sono efficaci e lasciano la traccia profonda in chi li esprime ed in coloro che di essi ne godono. Il resto potrebbe essere mera banalità, simpatia superficiale, ricordo evanescente che sparisce senza radicarsi nel cuore. P. Angelo Sardone