La semina del mattino
1624. «Questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gn 3,15).
La solennità dell’Immacolata concezione di Maria è una delle ricorrenze mariane più profondamente sentita dai fedeli. Il nucleo della festività consiste nel privilegio riservato a Maria di Nazaret, la sua concezione senza macchia, sin dall’atto del suo concepimento, in vista dell’incarnazione del Verbo di Dio, Gesù, suo figlio. È questo un dogma di fede sancito da Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla «Ineffabilis Deus» e confermato dalla Vergine Santa il 1858 quando apparendo a Lourdes a S. Bernardetta Soubirous le disse «Io sono l’Immacolata Concezione». La fede in questo mistero attraversa i secoli, partendo dall’Oriente e giungendo all’Occidente, dove, soprattutto il francescano, il beato Giovanni Duns Scoto all’inizio del 1307 difese la ragione teologica del mistero dell’Immacolata. Esso ha il fondamento cristologico del primato assoluto di Cristo: Maria è stata preservata dalla colpa del peccato originale sin dal primo istante della sua creazione, non per i suoi meriti, ma per i meriti di Cristo ed in vista di Cristo. I riferimenti profetici del Vecchio Testamento si concretizzano nel dato della Annunciazione, quando l’Angelo Gabriele la saluta con l’appellativo «Piena di Grazia». L’evangelico «kecharitomène» è il termine greco che letteralmente si traduce «stracolma di grazia», non solo perché Maria è nello stato della Grazia di Dio, ma perché è totalmente piena di questa grazia. Auguri a tutte coloro che portano il dolcissimo nome di Immacolata, Concetta e loro derivati, perché nella vita di ogni giorno ricalchino lo splendore di grazia di Maria nella purezza di spirito e nel servizio generoso ai fratelli. P. Angelo Sardone