La semina del mattino
1780. «Subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3,1).
Il profeta Malachia, il cui nome significa «mio messaggero», parla di un misterioso inviato nel quale gli evangelisti hanno individuato il precursore di Gesù Cristo, Giovanni Battista. La liturgia applica questo passo a Gesù, il Messia, nella festa della sua Presentazione al Tempio che oggi prende il posto della domenica. La festa, di origine orientale, era detta anticamente «purificazione della beata Vergine Maria» e chiudeva, dopo quaranta giorni, il ciclo natalizio. In essa si commemora il primo ingresso di Gesù nel Tempio, l’incontro con Simeone ed Anna. La Vergine Maria, insieme con Giuseppe suo sposo, presenta suo Figlio al Tempio e, secondo la Legge di Mosè (Lv 12,1-8), si sottomette al rito della purificazione. Nella mentalità e costume ebraico essa, quando il figlio era maschio, era prevista al quarantesimo giorno. La festa attuale è caratterizzata dalla benedizione delle candele che sono portate accese nella processione di indole penitenziale, in onore di Cristo «luce per illuminare le genti» (Lc 2, 32). Gli elementi propri della descrizione evangelica dell’avvenimento, l’obbedienza di Giuseppe e di Maria alla Legge mosaica, la loro povertà, la verginità della Madre di Gesù hanno suggerito di compiere il 2 febbraio la Festa della Vita Consacrata, cioè di coloro che sono dedicati al servizio del Signore e dei fratelli nelle varie forme, in Ordini e congregazioni religiose, dalle claustrali alla vita apostolica attiva, alla consacrazione secolare. Oggi è la festa di noi religiosi e religiose, per dare maggiore visibilità a questa forma di risposta alla chiamata del Signore e far comprendere al popolo di Dio l’importanza del valore della vita consacrata per mezzo della professione dei consigli evangelici (povertà, castità ed obbedienza), nonché la sua necessaria funzione nella vita della Chiesa (PC 1) e la promozione delle vocazioni religiose. P. Angelo Sardone