*24ª domenica T.O.* Il peccatore porta in sé rancore ed ira, cose orribili. La vendetta richiama vendetta; il perdono strappa la remissione dei peccati. Non si può ottenere il perdono se non lo si dà, avere misericordia se non la si dona. Il ricordo della fine dissipa l’odio. Cristo, Signore dei morti e dei vivi, dà senso alla vita e alla morte ed attesta la nostra appartenenza a Lui. Il perdono da dare al fratello che commette una colpa non ha numero: deve essere incondizionato, completo e ripetuto. La parabola evangelica evoca due comportamenti dissimili: al servo debitore di diecimila talenti il padrone preso da compassione condona il debito. Lo stesso servo, ad un suo simile a lui debitore di appena cento denari, riserva un trattamento disumano e sproporzionato all’entità del suo debito. Lo scandalo gli procura una ferma condanna da parte del padrone questa volta sdegnato per lo sconcertante accaduto. Occorre sempre perdonare di cuore. _P. Angelo Sardone_