La semina del mattino
830. «Il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore» (2Re 5,17).
Naaman il siro, un dignitario straniero affetto da lebbra, viene indirizzato da una sua serva nella terra di Israele dove opera Eliseo, il profeta taumaturgo, vero uomo di Dio. Il notabile rimane deluso ed un po’ irritato quando si sente dire di andare semplicemente a bagnarsi nel fiume Giordano, giudicando efficaci per questo i fiumi della sua terra. Ma quando poi, convinto dai suoi, esegue l’ingiunzione avuta, il risultato è immediato ed efficace: non ha più la lebbra, il suo corpo è tornato come quello di un giovane. Per sdebitarsi col profeta, lo va a trovare, confessa la sua fede: «Ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele» e vuole a tutti i costi e con insistenza fargli un dono. Al deciso diniego del profeta manifesta la risoluzione di caricare su due muli tanta terra da portare nella sua patria per compiere su di essa olocausti e sacrifici al solo Dio d’Israele. Gli interventi del Signore spesso passano attraverso cose semplici, inattese ed inspiegabili. Chi si aspetta cose eclatanti rimane talora deluso, ma è con l’obbedienza e l’affidamento a Dio ed ai suoi ministri che si tocca con mano il prodigio della guarigione interiore. Certamente è importante sapere a chi dirigersi. Se non si è «uomo di Dio», se non traspare cioè dalla vita del ministro di Dio una santità autentica fatta anche di mortificazione e di profonda coerenza, non si realizza alcunché. Non ci si può affidare a chiunque. L’attrazione è data non dallo scalpore mediatico spesso ingannatore e semplicistico, ma dall’umiltà e dalla verità di chi opera efficacemente con un servizio serio, competente e continuo. P. Angelo Sardone