722. «Mio servo tu sei, sul quale manifesterò la mia gloria»

La semina del mattino
722. «Mio servo tu sei, sul quale manifesterò la mia gloria» (Is 49,3).

La solennità liturgica del S. Cuore di Gesù fa anticipare ad oggi la solennità della Natività di S. Giovanni Battista, il precursore di Cristo, il “più grande tra i nati di donna” (Mt 11,11). L’affermazione di Cristo sul Dio precursore, qualifica senza alcun dubbio la grandezza teologica e la statura morale del figlio di Elisabetta e del sacerdote Zaccaria, avuto come dono di Dio in premio alla loro fedeltà. Dopo Gesù e Maria la Chiesa ha riservato al profeta che fa da raccordo tra il vecchio ed il nuovo testamento, il privilegio della celebrazione liturgica della sua natività. Secondo la ragione e la condizione umana, trattandosi di una donna anziana e sterile, non sarebbe stato possibile per Zaccaria avere una progenie da Elisabetta. Ma la sua preghiera fu accetta al Signore che gli assicurò il dono di un figlio cui avrebbe posto il nome di Giovanni, qualificandolo già da allora come “grande davanti al Signore”, emulo dello zelo e della grandezza di Elia. La sua nascita avvenne alla presenza di Maria di Nazaret, che, per accudire negli ultimi tre mesi la cugina Elisabetta, scese appositamente ad Ain Karin, poco distante da Gerusalemme. Del loro incontro parla diffusamente l’evangelista Luca descrivendo con pennellate magistrali anche l’incontro tra i due bimbi celati nel grembo delle rispettive madri: Gesù, il Figlio di Dio e Giovannino. La nascita di Giovanni destò molta gioia in tutta la regione montuosa della Giudea, nella quale si discorreva di queste cose. Auguri a tutti coloro che portano il nome di Giovanni, perché possano rispecchiare e riprodurre nella loro vita ciò che esso significa: «Dio è benigno». P. Angelo Sardone