Sintesi liturgica. Iª domenica di Quaresima.
Il peccato originale è frutto della incosciente superbia di Adamo ed Eva, succubi dell’inganno diabolico di voler diventare come Dio. La dinamica delle azioni della donna: vede il frutto, lo prende, lo mangia e lo dona all’uomo, si risolve nell’apertura degli occhi di entrambi e la scoperta di essere nudi, cioè peccatori. Il demonio continua la sua opera di corruzione anche con Gesù e lo fa tentandolo su tre versanti: il bisogno di sfamarsi, la temerarietà verso Dio, il desiderio sfrenato di possesso. Ad ogni tentazione segue la risposta perentoria tratta dalla Scrittura, eloquente e conclusiva. Ciò allontana definitivamente il tentatore dal Creatore. Il peccato, entrato nel mondo insieme con la morte a causa di un uomo, è debellato dalla grazia di Dio concessa in abbondanza dall’uomo Cristo Gesù. Alla condanna si sostituisce l’opera giusta che si riversa sugli uomini e li trasforma da peccatori in uomini giusti. P. Angelo Sardone