Sintesi liturgica.
IIª domenica di Quaresima.
Il Signore ingiunge ad Abramo di lasciare la sua terra, la sua parentela ed andare verso il paese che gli indicherà.
Sarà accompagnato dalla sua benedizione e dalla assicurazione di diventare una grande nazione. Condotti sopra un alto monte, Pietro, Giacomo e Giovanni, spettatori dei grandi eventi, circonfusi di luce assistono alla trasfigurazione di Gesù che conversa con Mosè ed Elia apparsi accanto a Lui. La teofania è straordinaria ed avvincente: il suo volto brilla come il sole, le sue vesti sono sfolgoranti. Il desiderio degli apostoli di rimanere in quello stato di ebrezza mistica è interrotto dalla voce del Padre celeste che indica in Cristo il suo figlio amato, depositario della sua compiacenza e comanda di ascoltarlo. Il vangelo, in chi se ne fa araldo, porta sofferenza e salvezza: la chiamata al suo annuncio è frutto del progetto di Dio e della grazia donata da Cristo, il salvatore, che fa risplendere la vita e l’incorruttibilità. P. Angelo Sardone