Sintesi liturgica
IIIª Domenica di Pasqua.
L’obbedienza a Dio si deve prima che agli uomini. Niente può confutare la verità della risurrezione e nulla può impedire agli Apostoli, nonostante la derisione e gli oltraggi, di farsi annunziatori del grande mistero, essendo essi stessi testimoni insieme con lo Spirito Santo.
L’Agnello immolato riceve potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione, la pienezza cioè di quanto l’uomo possa dire e dare a Dio, confermandolo con «l’Amen» di accoglienza ed accettazione unitamente all’adorazione. L’apparizione del risorto sulle rive del lago di Tiberiade con la pesca miracolosa, mentre sancisce la verità dell’evento, conferma a Pietro la sequela che deve realizzare fino in fondo dietro Gesù Cristo, riscattato ormai dalla sua misericordia. Il triplice interrogativo di amore postogli da Cristo, sana e ribalta la triplice sua negazione. Gesù è il Signore ora e sempre. P. Angelo Sardone