IIIª domenica di Quaresima. Il popolo di Israele soffre la sete e la mancanza di acqua e mormora contro Mosè che rischia la lapidazione. Dio fa scaturire l’acqua dalla roccia dell’Oreb percossa da Mosè col bastone ed il popolo beve. L’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Sicar rompe gli schemi sociali che impedivano la comunicazione con gli stranieri. «Dammi da bere!», dice Gesù, ma in verità è Lui stesso che vuole dare acqua alla donna che è andata ad attingere perché ne avrà sempre bisogno. La sua acqua estingue per sempre la sete perché è una sorgente che zampilla per la vita eterna. Dopo averle smascherato la situazione matrimoniale e rivelato la sua identità di Messia e salvatore del mondo, Gesù le dice che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Ciò, nella fedeltà al suo amore che è stato riversato nei cuori per mezzo dello Spirito Santo, nella fede che giustifica e nella speranza che rende saldi e non delude. La donna racconta tutto ai suoi paesani ed essi accorrono. Il Maestro insegna agli Apostoli che il suo cibo è fare la volontà del Padre e compiere la sua opera. I campi di grano biondeggiano per la messe abbondante. Ci vuole ora chi la raccolga: uno semina, l’altro miete! P. Angelo Sardone