Sintesi liturgica
XVIIIª Domenica del Tempo ordinario.
Tutto è vanità, sentenzia con autorità il Qoèlet, colui che ammaestra nell’assemblea. Sembra che non ci sia alcun profitto per l’uomo impegnato nella dura fatica del vivere tra contraddizioni, fastidi e dolori. I diverbi e i disguidi sono in un certo senso sciolti dal Maestro di Nazaret che invita a stare lontano dalla cupidigia e dall’abbondanza, tendendo ad arricchirsi davanti a Dio, dal momento che la vita non dipende dal possesso dei beni. L’uomo ricco che tesse mentalmente una tela di prospettive ed impegni amministrativi fruttuosi è uno stolto perché è proiettato solamente sul profitto di riposo, vita godereccia e succulenta di divertimenti ed agi senza tener conto che la morte gli incombe nella notte. Conviene allora cercare e pensare alle cose celesti, facendo morire tutto ciò che appartiene alla terra, dall’impurità alle passioni, all’idolatria. La veste dell’uomo nuovo si rinnova nella piena conoscenza di Cristo. P. Angelo Sardone