XX domenica T.O. La vita e la sorte toccata a Geremia a causa del suo ministero profetico lascia perplessi. Il suo linguaggio che, a detta dei capi, scoraggia e non cerca il bene del popolo, gli procura la condanna alla morte di fame in una cisterna fangosa. Il provvidenziale intervento di uno straniero presso il re, gli vale la liberazione. Deposto tutto ciò che è peso ed il peccato che ci assedia, siamo chiamati a correre con perseveranza con lo sguardo fisso su Gesù, a pensare a Lui senza perderci d’animo nella lotta contro il peccato. Cristo ha gettato fuoco sulla terra, e desidera tanto che sia acceso! La sua venuta e la scelta fondamentale di Lui, del suo amore e del suo vangelo come punto di riferimento della propria vita, è causa di divisione: in una famiglia di cinque persone due contro tre e tre contro due; madre contro figlia, figlio contro padre, suocera contro nuora! Un autentico rapporto con quel Dio che fa nuova ogni cosa trasforma la guerra in pace, la divisione in unità, la risposta occasionale in sequela perseverante e maturo impegno. P. Angelo Sardone