Sintesi liturgica.
XXIX domenica del Tempo ordinario.
Il giusto «Servo di Jahwè», prende su di sé le iniquità del popolo; prostrato nei dolori, adempie il volere del Padre; si sazia della sua conoscenza e vede la luce. Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, con toni arditi e mente spregiudicata, chiedendo a Gesù di sedere alla sua sinistra e destra nel Regno dei cieli, provocano l’indignazione degli altri Apostoli. Gesù fa loro notare che non hanno pienamente compreso il senso vero della sua missione che si compirà nella passione e si attua nel servizio. La concessione celeste, poi, spetta al Padre. La lezione di umiltà che impartisce ai Dodici stravolge la veduta umana: si è grandi quando si è piccoli, si è primi quando si è schiavi; proprio come il Figlio dell’uomo, il sommo sacerdote grande, che, messo alla prova in tutto, eccetto il peccato, prende parte alle debolezze dell’uomo. Dal suo trono di grazia si riceve misericordia, si trova grazia, si è aiutati al momento opportuno. P. Angelo Sardone